Cos’è l’osteopatia
Storia e Sviluppo dell’Osteopatia
Il termine Osteopatia fu coniato dal medico americano A.T. Still attorno al 1889. La storia racconta che, contestato perché questa parola non era nel dizionario, Still replicò: “stiamo per mettercela”. L’osteopatia divenne per lui e per i suoi seguaci un simbolo di riforma medica, di una scienza che avrebbe spostato l’attenzione della medicina sul “lavoro perfetto del creatore”, in quanto essa agiva in favore dei meccanismi naturali del corpo, facilitandone le funzioni normali e riparatrici, e non contro di loro, come invece sembrava facessero i farmaci purgativi, gli emetici, gli additivi e i salassi, che venivano utilizzati in quell’epoca.
La prima scuola, l’American School of Osteopathy, fu istituita da Still nel maggio 1892 a Kirksville, nel Missouri, dove Still trascorse il resto della sua vita. Lo statuto avrebbe permesso il rilascio di una Laurea in Medicina Tradizionale (M.D.), ma Still insistette per ottenere un riconoscimento distintivo per i laureati, e cioè il “D.O.”, che significava Diplomato in Osteopatia (più tardi divenne Dottore in Osteopatia).
Il primo riconoscimento legislativo della pratica osteopatica venne dallo stato del Vermont nel 1896, infatti ai laureati della American School of Osteopathy di Kirksville fu accordato il diritto di praticare in quello stato. Il Missouri produsse un progetto di legge già nel 1895. Leggi come queste, accolte con molta esultanza dalla pratica, resero possibile una crescita straordinaria della pratica osteopatica in quegli stati in cui la legislazione offriva un benvenuto amichevole.
Nel 1901 ogni stato aveva una qualche forma di legislazione: almeno una registrazione, con un diploma rilasciato da una scuola riconosciuta. Quando la commissione del Missouri cominciò a funzionare, nel 1903, il primo diploma che rilasciò fu ad A.T. Still.
Negli anni sessanta, la maggior parte degli ospedali pubblici era aperta agli osteopati e negli anni ottanta ciò si verificava anche negli ospedali privati, con un completo riconoscimento della Medicina Osteopatica in tutti gli Stati Uniti d’America.
In America, quindi, l’Osteopata è un Medico. L’Osteopatia si è poi sviluppata nel resto del mondo, in particolar modo in Europa, dove nasce l’Osteopata non medico. Nel 1993 la Gran Bretagna è il primo paese in Europa che riconosce ufficialmente la professione di Osteopata, un professionista sanitario non medico. Dall’Inghilterra poi l’Osteopatia si sviluppa in tutte le nazioni Europee.
Principi dell’Osteopatia
Still definì l’Osteopatia una filosofia, una scienza e un’arte. La sua filosofia comprende il concetto di unità di struttura e di funzione del corpo, in salute e in malattia. La sua scienza include le scienze chimiche, fisiche e biologiche in relazione alla conservazione della salute e alla prevenzione, cura e lenimento della malattia. La sua arte è l’applicazione della filosofia e della scienza nella pratica della medicina osteopatica in tutte le sue branche e specialità.
La salute si basa sulla capacità naturale dell’organismo umano di resistere e combattere gli influssi nocivi dell’ambiente e di compensarne gli effetti, di far fronte, con adeguate riserve, allo stress abituale della vita quotidiana e al grave stress occasionale imposto dagli eccessi dell’ambiente e dell’attività.
La malattia comincia quando questa capacità naturale si riduce o quando viene superata o sopraffatta da influenze nocive.
La Medicina Osteopatica riconosce che molti fattori indeboliscono questa capacità e la naturale tendenza al recupero, e che fra i fattori più importanti ci sono disturbi locali e disfunzioni del sistema muscolo-scheletrico. La Medicina Osteopatica è quindi una Medicina Olistica che si occupa di liberare e sviluppare tutte le risorse intrinseche dell’organismo su cui si fonda la capacità di resistenza e recupero, riconoscendo così la validità dell’antica considerazione secondo cui il medico ha a che fare con un paziente, oltre che con una malattia.
I quattro principi chiave della filosofia osteopatica sono:
– Il corpo è un’unità; la persona è un’unità di corpo, mente e spirito.
– Il corpo è capace di autoregolazione, di autoguarigione e di conservazione della salute.
– La struttura e la funzione sono in relazione reciproca.
– Una terapia razionale poggia sulla comprensione dei principi base dell’unità del corpo, dell’autoregolazione e dell’interrelazione di struttura e funzione.
I Campi di Applicazione dell’Osteopatia
Viene definita Disfunzione Somatica “una funzione compromessa o alterata delle componenti relative del sistema somatico; strutture scheletriche, artroidali, miofasciali e relativi elementi vascolari, linfatici e neurali”. Questa disfunzione è generalmente caratterizzata da dolore, limitazione del movimento, asimmetria e anomalo cambiamento della qualità dei tessuti. Le cause che possono generare queste disfunzioni somatiche vanno da quelle di tipo meccanico, come i traumi, i microtraumi e gli squilibri posturali prodotti dalla vita quotidiana, a quelle di tipo metabolico, come le conseguenze date da una cattiva alimentazione o dall’influenza di agenti tossici, fino a quelle di tipo psicologico, dovute alle tensioni emotive della vita sociale. Tutto questo si ripercuote principalmente sul sistema che permette le relazioni umane, cioè il sistema muscolo-scheletrico.
La vita umana si esprime nel comportamento umano. Qualunque cosa gli esseri umani facciano, la fanno col loro sistema muscolo-scheletrico. Questo sistema è lo strumento fondamentale per la realizzazione delle azioni umane e del comportamento. È il mezzo attraverso cui manifestiamo le nostre qualità umane e la nostra personale unicità. L’espressione è resa possibile dalla contrazione e dal rilassamento coordinati dei muscoli striati, la maggior parte dei quali agisce su ossa e articolazioni. Il sistema muscolo-scheletrico è il mezzo col quale noi comunichiamo l’uno con l’altro, sia che usiamo un linguaggio scritto o parlato, sia che usiamo «i segni», i gesti, o l’espressione del volto. L’agricoltura, l’industria, la tecnologia, la letteratura, le arti e le scienze — cioè la nostra civiltà — sono il prodotto di azioni umane, di interazione, comunicazione e comportamento, e cioè della contrazione e del rilassamento orchestrato della muscolatura del corpo.
Il Trattamento Osteopatico non cura le patologie, esso utilizza un approccio manuale non invasivo per promuove le naturali capacità di adattamento e di autoguarigione intrinseche dell’organismo, ottimizzando in questo modo tutti i processi fisiologici e contribuendo al miglioramento dello stato di salute. Tutto questo rende il Trattamento Osteopatico utile a tutti coloro che soffrono di squilibri posturali e disturbi funzionali del sistema muscolo-scheletrico in assenza di lesioni organiche.
I Metodi dell’Osteopatia
L’Osteopatia ha sviluppato una metodologia olistica in cui combina tutte le funzioni dell’organismo in cinque macro-funzioni del corpo integrate e coordinate:
– Postura e movimento, compresa la fondamentale affidabilità strutturale e biomeccanica
– Respirazione cellulare e fattori circolatori
– Processi metabolici di tutti i tipi, incluso quelli endocrini, immunologici e relativi alla nutrizione
– Integrazione neurologica, compreso SNC, SNP, SNA, neuroendocrino, neuro circolatorio e le loro relazioni riflesse
– Elementi psicosociali, culturali, comportamentali, spirituali
Queste cinque macro-funzioni del corpo sono state definite come “Cinque Modelli”, riferendosi al fatto che essi rappresentano approcci particolari al paziente. Questi modelli concettuali sono prospettive da cui si può guardare il paziente. Questo è analogo al guardare un paziente attraverso una lente: modificando la lunghezza focale della lente si possono visualizzare diversi aspetti del paziente e ottenere diverse prospettive sulla lotta del paziente per mantenere la salute. È importante tenere a mente che i cinque modelli sono solo espressione delle nostre funzioni fisiologiche che mantengono la salute e giocano un ruolo chiave nell’adattamento ai fattori di stress, nonché nel recupero e la guarigione dalla malattia.
Il sistema muscolo-scheletrico può essere visto come il nucleo che lega queste cinque funzioni coordinate del corpo.
I Cinque Modelli sono:
- Modello Biomeccanico
- Modello Respiratorio-Circolatorio (o Fluidico)
- Modello Neurologico
- Modello Metabolico-Energetico (o Bio-Energetico)
- Modello Biopsicosociale
Il modello biomeccanico inquadra il paziente da un punto di vista strutturale o meccanico e prende in esame le alterazioni dei meccanismi posturali, di movimento e delle qualità del tessuto connettivo. Come l’integrità strutturale e la funzione del sistema muscolo-scheletrico è interattivo e interdipendente con le componenti strutturali e le funzioni neurologiche, respiratorie-circolatorie, metaboliche e psico-comportamentali del paziente, questo modello considera che un impedimento strutturale che causa, o è causato da, una disfunzione muscolare, articolare e/o del tessuto connettivo, può compromettere strutture vascolari o neurologiche, e quindi influenzare i processi metabolici associati e/o le manifestazioni psico-comportamentali. A seconda delle capacità adattative della persona, ciò può portare a disturbi in varie funzioni corporee. Il punto di vista biomeccanico conduce l’osteopata a valutare l’impedimento strutturale del paziente, e dopo la rimozione dell’impedimento, che consiste nella correzione delle disfunzioni somatiche attraverso l’applicazione della terapia manipolativa osteopatica, permettere al paziente di recuperare le funzioni strutturali, vascolari, neurologiche, metaboliche, e psico-comportamentali associati. L’obiettivo è quello di ottimizzare il potenziale adattativo del paziente attraverso il ripristino dell’integrità strutturale e funzionale.
Il modello respiratorio-circolatorio inquadra il paziente concentrandosi sulle componenti respiratorie e circolatorie della risposta omeostatica nei processi fisiopatologici. L’apporto arterioso, il drenaggio venoso e linfatico, così come la funzione polmonare e cardiovascolare. Inoltre, questo modello vede l’interazione tra le funzioni respiratorio-circolatorie e le funzioni muscolo-scheletriche, neurologiche, metaboliche e psico-comportamentali in quanto influenzano la risposta adattativa del paziente e il potenziale omeostatico totale. La valutazione e il trattamento sono orientati verso l’ottimizzazione delle capacità e l’efficienza delle funzioni respiratorio-circolatorie al fine di massimizzare il potenziale di salute del paziente. Il modello circolatorio-respiratorio si occupa della manutenzione degli ambienti extra ed intracellulari attraverso la fornitura senza ostacoli di ossigeno e nutrienti e la rimozione dei prodotti di scarto cellulari. Lo stress tissutale che interferisce con il flusso circolatorio o di qualsiasi fluido corporeo può influenzare la salute del tessuto. La terapia manipolativa osteopatica all’interno di questo modello riguarda la disfunzione della meccanica respiratoria, della circolazione e dei fluidi corporei.
Il modello neurologico guarda ai problemi del paziente in termini di aberrazione o deterioramento delle funzioni neurali che causano o sono causati da reazioni fisiopatologiche in ambito strutturale, in ambito della strutture e delle funzioni respiratorio-circolatorie, dei processi metabolici e delle attività psico-comportamentali. Più specificamente, il modello neurologico considera l’influenza della facilitazione spinale, della funzione propriocettiva, del sistema nervoso autonomo e dell’attività dei nocicettori sulla funzione della rete immunitaria neuroendocrina. Di particolare importanza è il rapporto tra il sistema somatico e il sistema viscerale. L’applicazione terapeutica della tecnica manipolativa osteopatica in questo modello si concentra sulla riduzione delle ipersollecitazioni meccaniche, sull’equilibrio degli input neurali e sull’eliminazione dello stimolo nocicettivo. L’obiettivo del trattamento in questo modello è quello di ristabilire la normale funzione neurale. Il ripristino o l’ottimizzazione delle funzioni neurali di integrazione e regolazione migliorerà l’efficienza delle associate funzioni strutturali, vascolari, metaboliche e psico-comportamentali. Ciò contribuirà a massimizzare il potenziale di adattamento del paziente e a ritrovare una salute ottimale.
Il modello Metabolico-Energetico considera il paziente da una prospettiva in cui la messa a fuoco è posta sugli aspetti che riguardano la conservazione energetica e metabolica della risposta adattativa omeostatica. Ciò include la valutazione e il trattamento del sistema cellulare, tissutale e organico riguardo a come ognuno di essi si relaziona con la richiesta di energia e di consumo così come la produzione di lavoro o di prodotti degli altri. Postura e movimento efficienti, apporto arterioso, drenaggio venoso e linfatico, la meccanica del LCR, le funzioni neurologiche, endocrine ed immunitarie, emozioni equilibrate e corretta alimentazione sono i cardini del risparmio energetico e dell’efficienza delle funzioni metaboliche. Migliorare le funzioni di uno qualsiasi di questi componenti sarà di aiuto per l’economia totale dell’energia corporea. Questo ci permetterà di ottimizzare le risorse adattative del paziente e le capacità di rispondere con successo e di adattarsi ai fattori di stress. Il modello metabolico-energetico riconosce che il corpo cerca di mantenere un equilibrio tra la produzione, la distribuzione e il consumo di energia. Questo aiuta il corpo nella sua capacità di adattarsi ai vari fattori di stress, incluso quelli immunologici, nutrizionali e psicologici. L’applicazione terapeutica del trattamento manipolativo osteopatico all’interno di questo modello riguarda la disfunzione somatica che ha la capacità di alterare la produzione, la distribuzione o il consumo di energia, di aumentare il carico allostatico, o di interferire con le funzioni di regolazione immunologica ed endocrinologica.
Il modello Biopsicosociale riconosce che la valutazione della salute del paziente comprende la valutazione del suo stato mentale, emotivo e spirituale, cosi come le scelte di vita personali. La salute è spesso influenzata da fattori ambientali, socio-economici, culturali ed ereditari e dalle varie reazioni emotive e dagli stress psicologici con i quali i pazienti lottano. L’osteopata utilizza la prospettiva Biopsicosociale per considerare che il sistema muscolo-scheletrico esprime sentimenti ed emozioni e lo stress si manifesta con un aumento della tensione neuromuscolare. Il trattamento manipolativo osteopatico viene impiegato in questo modello con l’obiettivo di migliorare la capacità del corpo di gestire, compensare, o adattarsi efficacemente a questi fattori di stress.
Le principali tecniche utilizzate in osteopatia, attraverso questi cinque modelli sono:
Tecniche per i tessuti molli: comprendono diversi approcci manipolativi dei tessuti molli.
Tecniche miotensive: utilizzano specifici riflessi neuromuscolari per ristabilire le corrette funzioni dei muscoli.
Tecniche miofasciali: includono diversi metodi di manipolazione basati sull’ascolto e l’induzione dei tessuti connettivi.
Tecniche neuromuscolari: utilizzano un approccio integrato atto al rilascio dei tessuti molli e delle restrizioni articolari.
Tecniche funzionali: sono particolari procedure manipolative che fanno ricorso alle informazioni palpatorie ottenute dai test della funzione motoria.
Tecniche articolari: comprendono un insieme di metodi di manipolazione di tutte le articolazioni del corpo.
Tecniche riflessogene: sono basate su un approccio manipolativo delle zone riflessogene del corpo come i punti Trigger e i punti di Chapman.
Tecniche craniali: comprendono diverse procedure per il trattamento delle articolazioni delle ossa craniche e le loro ripercussioni sul resto dell’organismo.
Tecniche viscerali: includono metodi di valutazione e trattamento delle disfunzioni viscero-somatiche.
Tecniche somato emozionali: utilizzano un approccio psicocorporeo atto a ripristinare un corretto equilibrio psicofisico.